La Mission 6- Salute del PNRR investe sulla tecnologia digitale e sulle cure domiciliari per offrire servizi sanitari sempre più efficienti ed economicamente sostenibili


COSA SI INTENDE PER SOSTENIBILITÀ DEL SISTEMA SALUTE

Partiamo da un presupposto: qualunque sistema sanitario impatta in modo rilevante sull’ambiente. Allo stesso tempo, così come il suo scopo è quello di promuovere la buona salute e il benessere delle popolazioni, se ben gestito può avere ricadute ambientali positive. Ne parla doviziosamente un documento programmatico dell’OMS (anno 2017, pre-pandemia), nel quale troviamo, punto per punto, cosa si intende per sostenibilità del sistema salute e le best practice consigliate per centrare questo ambizioso obiettivo. Un SSN costa tanto: produce grandi quantità di rifiuti di tipo pericoloso e tossico (in particolare di origine chimica e radioattiva), consuma tantissima energia e spreca altrettanta acqua, genera emissioni inquinanti. Il paradosso è infatti che la salute pubblica finisca per venire compromessa proprio dagli “effetti collaterali” del sistema che ha lo scopo di preservarla.


LE INDICAZIONI DELL’OMS

Entriamo nel merito del documento dell’OMS in cui si propongono alle nazioni una serie di punti chiave da tradurre in politiche che promuovano sistemi sanitari sostenibili per l’ambiente:

  1. Ridurre e neutralizzare i rifiuti ordinari e quelli chimici tossici
  2. Ottimizzare la gestione delle risorse evitando al minimo gli sprechi (acqua, energia, strutture fisiche)
  3. Prediligere prodotti e servizi sostenibili in partenza
  4. Ridurre le emissioni di sostanze volatili inquinanti
  5. Investire su prevenzione, sensibilizzazione e servizi di salute pubblica
  6. Formare i professionisti sanitari in qualità di agenti di sostenibilità
  7. Potenziale la resilienza di comunità e le risorse locali
  8. Incentivare il cambiamento anche con opportune politiche finanziarie
  9. Promuovere modelli di cura innovativi

Parole che vanno tradotte in azioni. E azioni che vanno condotte in modo coordinato e lungimirante.


PNRR E MISSION-6 SALUTE: I PUNTI CHIAVE PER UN SSN EFFICIENTE E VIRTUOSO

Una grande opportunità per il nostro SSN è rappresentato dal PNRR, in cui il concetto di risparmio, efficientamento dei servizi e riduzione dell’impatto ambientale sono ben presenti. La Mission-6 Salute che si riferisce specificamente ai fondi di investimento nel settore sanitario e alla distribuzione delle risorse nei diversi ambiti, stabilisce come prioritario il paradigma One Health quale modello di riferimento per una sanità sostenibile e rispettosa dell’ambiente per tutti gli abitanti del pianeta. In questo senso, ciò che le regioni, alle quali si delega l’organizzazione e l’amministrazione dei servizi sanitari locali, devono o dovrebbero fare sulla base dei budget disponibili, è quello di redigere dei piani di sviluppo e di implementazione che rispettino i criteri del paradigma One Health. Come? Puntando da un lato sul potenziamento della sanità territoriale e sulla domiciliazione delle cure per le patologie croniche e le disabilità, dall’altro su digitalizzazione, innovazione e sulla ricerca.

Entrambe le linee di sviluppo vengono sostenute da investimenti robusti, che si basano sul rafforzamento e sulla diffusione capillare dei servizi di e-health. Ad occuparsi dell’attuazione del piano, materialmente e organizzativamente, è Agenas, Agenzia nazionale per i Servizi Sanitari regionali. Il risparmio in termini di risorse è chiaro: con l’uso delle piattaforme interattive e la raccolta telematica dei dati è possibile dematerializzare documenti (si pensi solo al FSE, alle ricette e ai referti diagnostici), promuovere campagne di disease awareness e puntare sulla prevenzione e sullo screening per la diagnosi precoce di molte patologie impattanti sulle casse del SSN, ridurre al minimo indispensabile visite in presenza, spostamenti e sprechi di tempo e di servizi fisici usando la telemedicina. Ma anche la sostenibilità digitale ha i suoi principi di riferimento.


E-HEALTH E SOSTENIBILITÀ DIGITALE

I principi della e-care, e quindi della transizione digitale in ambito sanitario, laddove possibile, sono simili a quelli della medicina tradizionale “fisica” e in presenza, ma includono anche delle differenze sostanzialmente legate al mezzo informatico. Diventano ancora più cruciali i temi delle privacy e della protezione dei dati sanitari, nonché una certa educazione digitale, che ancora scarseggia persino tra il personale medico. Ma se parliamo di sostenibilità – considerando che la rete informatica non è ancora capillare nel territorio italiano – quali sono invece le possibili criticità? Anche la tecnologia comporta dei costi di adeguamento, e gli strumenti informatici a loro volta impattano sull’ambiente in vari modi. Per questo La Fondazione per la Sostenibilità digitale ha redatto un Manifesto diretto specificamente alle Aziende e alle Amministrazioni pubbliche e private, incuse, naturalmente, quelle sanitarie. Vediamo le dieci voci del Manifesto:

  1. La trasformazione digitale non cambia solo i processi con cui si fanno le cose, ma cambia le cose in profondità (inclusa l’idea stessa di cura)
  2. La trasformazione digitale produce delle modifiche in tutti gli ambiti della società, pertanto è responsabilità comune contribuire a questa rivoluzione. In ambito sanitario, la digitalizzazione sostenibile e responsabile dipende anche dai pazienti, finalmente posti al centro del loro percorso di cura
  3. La tecnologia digitale si sviluppa in modo non prevedibili del tutto, e bisogna tenerne conto
  4. La tecnologia digitale ha un impatto bidirezionale sulla società civile. Da un lato essa la determina, dall’altro ne viene influenzata, perché non esiste progresso tecnologico che non sia intimamente connesso con il progresso delle società in cui si esprime.
  5. La tecnologia digitale è “neutra”, sta a noi usarla in modo positivo riducendone gli effetti negativi. Nel settore sanitario questo principio è il più importante
  6. Per il punto precedente, affinché la tecnologia digitale (in ogni ambito, e nell’e-care soprattutto), sia sostenibile, etica e utile, deve essere funzionale alle esigenze dell’essere umano, e mai il contrario
  7. La tecnologia digitale può essere positiva solo se sostenibile all’interno di una società sostenibile
  8. L’Agenda per la sostenibilità ambientale 2030 delle Nazioni Unite rappresenta il “faro” di riferimento anche per la trasformazione digitale tout court e in ambito healthcare
  9. Il mondo della scienza e della cultura ha il dovere di promuovere la transizione digitale etica e sostenibile facendo leva sull’opinione pubblica e sugli addetti ai lavori
  10. La tecnologia ha storicamente migliorato la vita delle persone, ma spesso a scapito della salute ambientale, per questo la transizione digitale deve essere sostenibile e responsabile

In questo processo di transizione siamo tutti attivamente coinvolti perché tutti usufruiamo dei servizi sanitari come pazienti, come caregiver, come addetti ai lavori, come ricercatori e scienziati, come aziende e infine come comunicatori. Il superamento delle barriere geografiche nell’erogazione dei principali servizi sanitari non d’emergenza attraverso la domiciliazione delle cure e il potenziamento della sanità territoriale e la necessaria conversione digitale che ponga in connessione virtuale ma diretta medici e pazienti, va appunto in questa direzione. E tuttavia, come sempre, la palla è alle Regioni e alle loro amministrazioni. Sapranno sfruttare l’occasione che il PNRR offre, rispettando i principi del paradigma One-Health e dell’Agenda per la sostenibilità digitale delle Nazioni Unite, all’ombra di in un contesto internazionale tanto tumultuoso quanto imprevedibile?

 

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