La tecnologia digitale offre un aiuto concreto ai milioni di caregiver nel mondo

Chi supporta il caregiver?

Il termine inglese caregiver identifica una categoria eterogenea di persone accomunate dalla stessa “missione”: assistere giornalmente un familiare affetto da malattia invalidante. In Italia, Il caregiver non professionale ha un identikit preciso, come emerge dai dati ISTAT del 2018: è donna, ha più di 50 anni e si impegna nell’attività di cura per circa 20-25 ore settimanali. Dati europei ci informano che quando l’assistito è il coniuge o il partner, le ore settimanali dedicate al caregiving salgono a 45. Quanti sono i caregiver nel nostro Paese? Tra i sette e gli otto milioni, destinati, però, ad aumentare. Perché la popolazione invecchia. Anche i caregiver invecchiano di pari passo, tanto che uno su cinque ha più di 60 anni. I caregiver sono soggetti estremamente vulnerabili, ad elevato rischio, a loro volta, di sviluppare malattie croniche o invalidanti.

Perché accudire un congiunto che sia affetto da una demenza o da una malattia che comporta limitazioni fisiche e che produca sofferenza, provoca, a sua volta, limitazioni e sofferenza nell’accudente. Tanto che molti, soprattutto se conviventi con il familiare da assistere, soffrono delle tipiche conseguenze dello stress cronico come disturbi del sonno, ansia, problemi digestivi, pressione alta ecc. Diversi studi condotti a livello internazionale hanno rilevato che chi si occupa per anni di assistere malati gravi con cui ha un rapporto di affetto, perde, letteralmente, anni di vita, fino a oltre dieci anni. Una prospettiva a dir poco drammatica.

E se ciò non bastasse a rendere fosco il quadro, va aggiunto che nel periodo (spesso lunghissimo) di accudimento la qualità generale della vita del caregiver peggiora progressivamente e senza possibilità di recupero, comportando costi socio-lavorativi e relazionali altissimi. Prendersi cura di un familiare, magari affetto da demenza, è frustrante, perché chi si occupa di questa scomoda incombenza sente di non avere più il controllo della propria esistenza, che diventa marginale rispetto alle esigenze dell’assistito. Per fortuna una luce splende su questo cupo scenario: la tecnologia digitale.  Il supporto al “supporter”, arriva infatti dall’AI e dalle risorse informatiche.

 Le risorse digitali al servizio di pazienti e caregiver

Una buona parte dello stress che ogni caregiver si trova quotidianamente a dover affrontare ha a che vedere con l’organizzazione delle terapie e la gestione di visite e controlli per il proprio assistito. Spesso significa avere a che fare con una burocrazia sanitaria lenta, con i disagi dell’attesa, con  la difficoltà di comunicazione con i medici di riferimento. Nell’anno della pandemia da Covid-19 i problemi per i caregiver si sono moltiplicati. Molti pazienti cronici hanno visto annullati controlli ed esami di screening prenotati da tempo, e il pericolo dei contagi ha ridotto all’osso le visite in presenza negli ambulatori e negli ospedali. Ma proprio la crisi sanitaria ha aperto gli occhi a medici e professionisti della salute: la risposta era a portata di click!

La telemedicina, il monitoring da remoto, le prescrizioni e le ricette on-line, così come le prenotazioni degli esami e la consegna del referto dematerializzato, sono già risorse disponibili. Basta avere una connessione internet, un pc o uno smartphone e un minimo di competenza digitali. Tutto qui? No, certo, ma è già tanto.

La digital health e le risorse che l’AI destina all’ambito della salute sono infatti pensate per mettere il paziente al centro del suo percorso di cura. Ma in modo non ancillare, anche il caregiver viene posto al centro. Perché con i supporti telematici e informatici può:

  • Dialogare a distanza di sicurezza con i medici e i terapeuti tramite le piattaforme digitali
  • Prenotare ricette, esami, e visite di screening da casa
  • Far effettuare all’assistito controlli e visite da remoto con la telemedicina
  • Ricevere referti, ricette, documenti sanitari in formato elettronico
  • Far partecipare il proprio assistito a programmi di monitoraggio e di autovalutazione di malattie croniche o inserirlo in gruppi di sperimentazione per nuove terapie
  • Condividere la propria esperienza di caregiver entrando in gruppi di sopporto on-line
  • Somministrare terapie digitali grazie alla tecnologia dei DTx (farmaci digitali)

La tecnologia digitale può proteggere la salute mentale del caregiver

Il caregiver che si prende cura di persone anziane affette da demenza, spesso coniugi o genitori, convive ogni giorno con mille difficoltà. La gestione del malato con deficit neuro-cognitivi è complessa, perché non si può contare sulla sua collaborazione. Il portato emotivo che ne consegue crea nel caregiver sentimenti contrastanti, in cui il desiderio di fare il bene del proprio caro si alterna alla stanchezza, alla rabbia, e al desiderio di fuga. Le tecnologie digitali non possono alleviare il dolore, e il disagio che un simile impegno procura al caregiver ma possono contribuire a facilitargli il compito anche sotto il profilo psicologico.

Uno studio revisionale italiano del 2020, promosso dall’Università Cattolica di Milano e dall’Istituto Auxologico, ha rilevato come le risorse digitali siano in grado di ridurre lo stress emotivo nel caregiver di persone anziane con deficit cognitivi. Il campione preso in esame aveva usufruito di strumenti telematici quali app e piattaforme digitali per reperire informazioni sulla patologia dell’assistito, essere guidati nella gestione pratica di alcuni compiti, e applicare schemi di comportamenti più funzionali alla gestione dello stress. Proteggere la salute mentale del caregiver significa rendere disponibili e facilmente fruibili competenze che una volta applicate alla vita quotidiana ne migliorino gli aspetti più critici. Le risorse digitali possono aiutare il caregiver a:

  • Affrontare i problemi uno alla volta man mano che si presentano
  • Gestire le emozioni per mantenere la calma e il controllo
  • Migliorare le proprie competenze nell’accudimento

Il tutto si traduce in un risparmio di ansia, di tempo e, spesso, anche di risorse economiche. Proiezioni europee ci dicono che nel 2070 la popolazione over 80 costituirà il 13% del totale. Welfare familiare e sistemi sanitari nazionali dovranno rimodularsi per offrire servizi meno onerosi, più efficienti, e più capillarmente distribuiti per supportare pazienti e caregiver e migliorare la loro qualità di vita. La tecnologia digitale è il mezzo per conseguire questo ambizioso obiettivo, a cominciare da oggi.

 

Richiesta maggiori informazioni
Per chi fosse interessato ad approfondire le nostre soluzioni digitali nella digital health può contattarci di seguito:
Leggi informativa privacy