Il nuovo rapporto medico-paziente si basa sulla stima e sulla fiducia che deve essere reciproca. Così come il paziente può contare sulla disponibilità del medico, il medico può contare sulla collaborazione del paziente. Questo significa che entrambe le parti hanno un obiettivo comune ed è quello di ottenere la migliore cura possibile, in grado di portare a risultati concreti, una cura di qualità ma anche estremamente sicura.

Il paziente è cambiato molto in questi ultimi anni, fortemente influenzato dai nuovi mezzi di informazione e comunicazione. La crescita dell’empowerment del cittadino sviluppa una nuova conoscenza e coscienza sociale, acquisendo consapevolezza e partecipando attivamente e personalmente all’azione di informazione. Oltre ad affidarsi al proprio medico, valuta lui stesso le informazioni che recepisce online, sui portali di salute, sui social, sui forum dove si scambiano pareri ma soprattutto esperienze personali.

C’è sicuramente un “paziente ideale“, così come esiste il “medico ideale“, ovvero figure che sono in grado di capirsi e aiutarsi vicendevolmente. Nell’affrontare la propria malattia, il paziente ha bisogno di sviluppare una propria forza interiore e spesso ci si aggrappa a fonti esterne, come Internet, che grazie alle community, offre a tutte le persone la possibilità di partecipare a discussioni e di essere d’aiuto anche ad altri utenti che vivono situazioni simili.

Il paziente, prima e/o dopo essere stato dal medico, si informa e valuta sia l’operato e le scelte terapeutiche del medico sia ciò che gli è stato prescritto. Fa del medico la propria second opinion, mentre la prima opinione è quella che trae da internet o dai pari, amici o colleghi.

Lo stesso vale per il medico, che deve riuscire a farsi comprendere dal paziente, mettendo anche in rilievo il lato umano e non solo il quadro clinico. E’ quindi più che mai indispensabile che si crei il contatto medico-paziente, una specie di linguaggio in grado di essere chiaro ad entrambi. Il medico fornisce dei valori al paziente prima, durante e dopo la visita, anche attraverso un rapporto e un dialogo a distanza.

Il medico non è più solo colui che prescrive, ed il paziente non si accontenta più della solo medicina da assumere!

L’incontro tra paziente e operatori diventa un dialogo in cui entrambe le parti sono impegnate nel perseguire un obiettivo comune: ottenere una sempre migliore qualità della vita e sicurezza della cura.

Se l’industria farmaceutica saprà capire questa trasformazione del rapporto medico-paziente, riuscirà a creare un contatto con il medico che massimizzi il valore che questi fornisce al paziente, prima, durante e dopo la visita. Allora il medico rappresenterà il punto di contatto tra l’azienda e il paziente e non più un semplice prescrittore di medicine.