Nonostante vi siano differenze sostanziali tra i modelli sanitari adottati nelle varie parti del mondo e i livelli d’integrazione tra l’attività clinica e l’uso di strumenti tecnologici, c’è un aspetto che riguarderà tutti nei prossimi anni: l’aumento della percentuale di persone in età avanzata, produrrà una quota maggiore di popolazione che avrà bisogno di assistenza e un’ulteriore crescita del numero di pazienti seguiti da ogni medico.

Questa prospettiva non potrà che andare a discapito del tempo che questi riesce a dedicare ai propri assistiti e della qualità del servizio erogato. La soluzione? Un utilizzo maggiore del digitale unito a un’azione educativa sul paziente che lo renda consapevole.

La tecnologia di cui disponiamo oggi, ci fornisce numerosi strumenti in grado di affiancare i clinici nella cura e nella gestione dei loro pazienti. Negli ultimi anni, poi, abbiamo assistito all’espansione dei dispositivi indossabili che sono andati affermandosi grazie alla loro estrema facilità d’uso e alla capacità di immagazzinare una mole di dati notevole.

Questa loro versatilità, ha fatto sì che uno dei principali campi di utilizzo sia stato quello delle patologie croniche, una categoria molto vasta e variegata di disfunzioni che necessitano di un monitoraggio accurato e di aggiustamenti continui per quanto concerne lo stile di vita e le soluzioni terapeutiche da adottare.

Molto presto, questi e altri dispositivi medici elettronici si sono rivelati alleati preziosi nell’affrontare altre esigenze assistenziali come la gestione domiciliare delle cure e hanno aperto la strada a percorsi di rinnovamento che stanno coinvolgendo l’intero sistema sanitario.

Un recente report dell’istituto di ricerca Accenture, ha analizzato il normale flusso di lavoro dei medici che si occupano delle cure primarie all’interno del sistema sanitario americano (analoghi dei nostri Medici di Medicina Generale o i Pediatri di Libera Scelta) considerando tre distinte tipologie di prestazione: le visite di prevenzione, le visite pediatriche e le visite di controllo per patologie croniche.

Prendendo per esempio la prima, il medico investe molto tempo nell’acquisizione delle informazioni cliniche dal paziente, dovendo spesso riformulare la propria anamnesi perché la comunicazione è frammentata e il quadro clinico completo fatica a delinearsi.

L’utilizzo di dispositivi medici digitali, permetterebbe al paziente di valutare tutta una serie di parametri clinici in anticipo rispetto all’appuntamento con il dottore e di inviarli al database dello studio, con i seguenti benefici:

  • una maggiore sicurezza di ricevere la migliore attenzione da parte del medico,
  • l’ottenimento di una diagnosi precisa e minori rischi di incomprensione della stessa;
  • un risparmio di circa 5 minuti per visita (con la possibilità di dedicarli alla richiesta di un feedback)
  • riuscire a mettere nuovamente a totale disposizione dei cittadini il 18% dei professionisti sanitari.

Nel secondo scenario prospettato, la progressiva sostituzione delle visite di persona presso lo studio con quelle fatte da remoto su una piattaforma di chat o videoconferenza. La stima di Accenture per la loro durata è di 10 minuti ma, al di là dell’attendibilità della valutazione, ha portato a un cospicuo risparmio economico (300 milioni di dollari).

Nell’ultima situazione, invece, siamo di fronte a quei pazienti che devono quotidianamente tenere sotto controllo la propria salute come, ad esempio, i diabetici o i cardiopatici. Si tratta dell’ambito dove l’uso dei device digitali come i misuratori di glicemia, battito cardiaco e pressione sanguigna rendono possibile la trasmissione in tempo reale dei dati allo specialista.

Grazie a queste procedure automatiche, negli anni è stato possibile predisporre piani di gestione autonoma della cura e dare la possibilità al clinico di essere presente per coloro che necessitano di più attenzione garantendogli una risposta immediata.

Svincolandosi dalla necessità di verificare le condizioni di ogni paziente. Il risultato di tali scelte è un risparmio di tempo pari a una quota dell’’11% dei medici che possono tornare a disposizione dei cittadini.

I ricercatori di Accenture, però, non si sono accontentati e hanno cercato di carpire attraverso numerosi sondaggi quale fosse lo stato d’animo della popolazione e la loro visione circa le direzioni verso cui si dovrà muovere l’assistenza sanitaria.

Hanno riscontrato come, al giorno d’oggi, ci troviamo ancora in presenza di un marcato “digital gap”. Vi è una palese asimmetria, infatti, tra la velocità cui procede lo sviluppo tecnologico e la capacità delle persone di acquisire il giusto grado di consapevolezza riguardo all’utilità di questi mezzi in chiave salute.

I risultati delle indagini condotte, sono abbastanza chiari e fanno emergere:

  • una forte volontà delle persone (più dell’’80%) di utilizzare strumenti digitali per comunicare con i propri medici;
  • un deciso utilizzo di supporti e piattaforme digitali da parte dei clinici negli ambienti sia ospedalieri sia ambulatoriali (tra il 60% e il 90% a seconda dei contesti);
  • una realtà in cui solo la metà delle persone che ha accesso a questi mezzi di comunicazione li usa realmente e dove solo una minima percentuale di dottori (il 10%) li usa per creare una relazione di fiducia e scambio con il paziente.

Come è possibile tutto ciò?

Poiché i dispositivi indossabili hanno dato la possibilità alle persone di prendersi cura di sé e che viviamo in una società in cui molte delle nostre attività quotidiane sono mediate dalla tecnologia, le aspettative delle persone si basano su equazioni molto semplici quali usare i social per comunicare con il proprio medico così come avviene per un amico, oppure avere accesso ai propri dati clinici così come normalmente si può fare con il proprio conto in banca, etc.

Quanto tempo dovremo aspettare per colmare questo gap?

Non è facile a dirsi, ma basta pensare a quanta strada è stata già fatta grazie all’introduzione di strumenti informatici e alla velocità con cui questi hanno permesso di passare dal costruire un database dei pazienti alla possibilità di misurare decine di parametri corporei mediante un solo dispositivo indossabile.

Siccome grandi obiettivi in termini di conoscenza tecnica sono stati raggiunti e in n lasso di tempo relativamente breve, ci si può ragionevolmente aspettare che i mezzi che abbiamo oggi consentano un’accelerazione notevole permettendoci di colmare queste differenze.

Quali saranno i protagonisti?

Da una parte abbiamo i medici i quali avranno bisogno di strumenti in grado di rendere il loro lavoro più fluido ed efficace. Dall’altra ci sono i pazienti che stanno acquisendo, ogni giorno di più, la capacità di controllare il proprio stato di salute candidandosi come principali influencer rispetto a quelle che dovranno essere le principali istanze cui il mercato dei dispositivi medici elettronici dovrà rispondere.

Dando uno sguardo attento ai dati riportati nell’infografica qui accanto in cui Accenture ha cercato di riassumere i fattori che influiscono sull’evoluzione della salute digitale, non si può non notare l’impatto che avrà il numero di dispositivi medici elettronici autorizzati dall’FDA (33 nel 2014, con la prospettiva di arrivare a 100 entro il 2018).

Secondo elemento è il risparmio per il sistema sanitario che ha raggiunto i 6 miliardi nel 2016 e dovrebbe arrivare a quota 50 nel 2018 e, terzo, il fatto che questi minori costi abbiano avuto come conseguenze l’aumento dell’aderenza terapeutica, un miglioramento degli stili di vita e la diminuzione dei ricorsi al pronto soccorso.

In conclusione, il digitale permette di snellire le dinamiche assistenziali mantenendo gli attuali standard di efficacia se non addirittura migliorandoli.

Si è mostrata essere una soluzione più adatta a produrre benefici organizzativi rispetto a provvedimenti di riduzione delle prestazioni, i quali possono avere come esito non calcolato l’abbandono del paziente che rischia di non ricevere più assistenza dopo la risoluzione positiva dell’episodio critico (risparmio economico apparente per il sistema sanitario).

Favorisce l’instaurarsi di un’autentica relazione tra medico e assistito, anche in una visita la cui durata non si protrae troppo nel tempo, poiché il primo è in grado di acquisire un quadro clinico completo in modo più veloce e il secondo è stimolato dall’utilizzo del device ad avere più cura della propria salute.

Fonti:

Accenture-Colossal-Clash-Infographic