In un mondo dove Facebook fa la parte del leone, le percentuali calcolate sul numero di adulti presenti online rivelano un progressivo e costante aumento della quota di utenti attivi per tutti i suoi principali concorrenti. Il pubblico si dimostra sempre più competente sulle specificità di ciascun canale e propenso a essere presente su più di un social network. LinkedIn, mostra una crescita di nuovi iscritti tra gli adulti e della sua capacità di coinvolgere un pubblico composto sempre più da dirigenti, professionisti e utenti laureati (i quali raggiungono il 50%).

Secondo una recente indagine del Pew Research Center sull’utilizzo dei social media in ambito healthcare, LinkedIn è usato dal 28% degli adulti attivi su  internet e dal 23% della popolazione adulta complessiva.

Social Media PharmaSocial Media Pharma

Definito “il social network delle professioni”, è molto popolare tra i soggetti con un titolo di studio elevato, un lavoro e un reddito medio-alto, ma il recente e deciso passaggio della quota di utenti senza un lavoro dal 12% al 21% costituisce la prova tangibile della fiducia che le persone ripongono nel contributo che la piattaforma può dare alla promozione delle loro competenze.

L‘indagine interna condotta da LinkedIn nel 2014, il Professional Content Consumption Report, ha monitorato oltre 2,700 utenti e le loro interazioni con il sito rilevando:

  • 91% di casi in cui LinkedIn figurava come la prima scelta per la ricerca di contenuti professionali;
  • media di utilizzo pari a otto ore settimanali da parte dei curatori di contenuti;
  • 51% di utenti che ritengono gli spazi di discussione che offre la sua unicità;
  • 62% degli iscritti che lo usa per costruire e mantenere relazioni con colleghi e/o clienti.

A fronte di queste potenzialità, è imprescindibile essere “presente” su questo canale per una realtà che opera nel campo della salute sia esso un clinico, un farmacista o un’azienda del settore. Entrare in contatto con potenziali clienti in modo diretto o grazie agli influencers che promuovono i propri contenuti e li fanno circolare quando sono freschi, interessanti e stimolanti la discussione, deve diventare parte importante della strategia comunicativa.

Non ci siete ancora? Non è mai troppo tardi per iniziare, ma è opportuno che teniate conto di alcuni consigli in modo che i risultati ottenuti siano realmente i migliori in termini di ritorno d’immagine e, successivamente, di vendite.

Nell’ultimo anno e mezzo, infatti, LinkedIn ha portato avanti molti cambiamenti per rendere i layout più attuali (sia del Profilo Utente, sia delle Pagine Aziendali) e snellire il funzionamento dell’intera piattaforma a favore di una maggiore interazione tra gli utenti.

Le modifiche più importanti non sono state sicuramente quelle estetiche (oggetto di critica perché lo renderebbero simile a Facebook), ma i cambiamenti, anche loro lontani dall’essere metabolizzati, che riguardano la gestione della reputazione da parte dell’utente.

La costruzione di una buona pagina “personale”

Per prima cosa, il vostro profilo deve diventare un contenitore dove siano presenti vari elementi che raccontino chi siete da diversi punti di vista, fattore che renderà possibile l’attrazione di pazienti o altri interlocutori (sia medici sia altro tipo di professionisti) che riconoscono in voi la soluzione che stavano cercando. LinkedIn è una valida e pratica alternativa a un sito web personale:

  • garantendo visibilità in un’ottica lavorativa attraverso la valorizzazione delle proprie competenze;
  • permettendo lo sviluppo di reti collaborative con professionisti dello stesso ramo;
  • contribuendo alla diffusione online dell’informazione di qualità favorendo la condivisione di contenuti e notizie.

La recente introduzione di Pulse, spazio di personal blogging a disposizione di tutti gli iscritti (con l’unico handicap di doverlo acquisire utilizzando per un periodo il proprio profilo in lingua inglese) è un altro strumento che facilita la promozione di contenuti sempre più personalizzati senza dover necessariamente partire da materiale già scritto da altri.

Impostando la lingua inglese, nella sezione aggiornamenti comparirà un pulsante con una matitina che permetterà l’accesso a un pannello di controllo uguale identico a quello di un qualsiasi blog e a una finestra dove scrivere articoli e news. Una volta scritto e pubblicato il primo post potrete ripristinare la lingua italiana e non perderete la funzionalità.

In più, Pulse è anche dotato di un vero e proprio motore di ricerca interno che restituisce una vasta gamma di contenuti (tra quelli scritti e condivisi dai suoi oltre 300 milioni di utenti) in funzione delle parole chiave immesse.

Ulteriore strumento di interazione con gli altri professionisti e i potenziali clienti che questo social media mette a disposizione (non è uno dei più nuovi ma è spesso sotto-utilizzato), sono i gruppi tematici. Il limite per le iscrizioni è fissato a cinquanta ma, nel caso sia destinato a non essere sufficiente, esistono anche dei forum per entrare in contatto con gli altri iscritti.

Come qualsiasi altro canale, la condivisione di contenuti è il segreto per costruire e consolidare la propria credibilità nella propria rete. I gruppi sono i luoghi che LinkedIn ha predisposto a questo scopo, poiché rendono questo scambio più dinamico attraverso la possibilità di aprire una discussione che può coinvolgere qualsiasi utente della piattaforma a prescindere dalla sua appartenenza all’insieme dei contatti di chi l’ha lanciata (aspetto che diventa un forte incentivo alla crescita delle reti relazionali).

Infine, abbiamo una notevole modifica subita dalla modalità di conferma delle competenze. Affiancatasi in modo sempre più marcato all’esistente strumento segnalazioni, ha visto l’introduzione di una dinamica di tipo push volta a incentivarne l’utilizzo. Unico elemento di scarsa immediatezza, è la difficoltà a fare un minimo di filtro da parte dell’utente che le riceve trattandosi, comunque, di un elemento importante della propria reputazione e non di una moneta di scambio.

Nel caso degli enti che operano in ambito salute come società scientifiche, ospedali, cliniche, associazioni di pazienti o studi associati, la motivazione per essere presenti su LinkedIn deve essere comunicare per un duplice scopo, scalare le pagine che presentano i risultati delle ricerche organiche ed essere scelti dal pubblico.

Ciò che conta di, quindi, più è rendersi conto di quanto la piattaforma sia congeniale per veicolare la propria immagine e le informazioni che si desidera raggiungano il pubblico come confermano i dati dell’indagine citata in apertura di post. Ora si tratta solo di inquadrare quali siano le principali accortezze da avere per presentarsi al meglio.

La costruzione di una buona pagina “aziendale”

Quando si parla di salute, figurare più in alto possibile tra i risultati dei motori di ricerca, significa essere già stati considerati un valido riferimento.

E buona regola inserire in modo chiaro e visibile le informazioni più essenziali: prodotti/servizi offerti, contatti e ubicazione. Nel momento in cui si riesce a far approdare sulla pagina un utente, la cosa che conta di più è fare in modo che la prima impressione sia positiva.

Definito “il social network delle professioni”, è molto popolare tra i soggetti con un titolo di studio elevato, un lavoro e un reddito medio-alto, ma il recente e deciso passaggio della quota di utenti senza un lavoro dal 12% al 21% costituisce la prova tangibile della fiducia che le persone ripongono nel contributo che la piattaforma può dare alla promozione delle loro competenze.  L‘indagine interna condotta da LinkedIn nel 2014, il Professional Content Consumption Report, ha monitorato oltre 2,700 utenti e le loro interazioni con il sito rilevando: •	91% di casi in cui LinkedIn figurava come la prima scelta per la ricerca di contenuti professionali; •	media di utilizzo pari a otto ore settimanali da parte dei curatori di contenuti; •	51% di utenti che ritengono gli spazi di discussione che offre la sua unicità; •	62% degli iscritti che lo usa per costruire e mantenere relazioni con colleghi e/o clienti. A fronte di queste potenzialità, è imprescindibile essere “presente” su questo canale per una realtà che opera nel campo della salute sia esso un clinico, un farmacista o un’azienda del settore. Entrare in contatto con potenziali clienti in modo diretto o grazie agli influencers che promuovono i propri contenuti e li fanno circolare quando sono freschi, interessanti e stimolanti la discussione, deve diventare parte importante della strategia comunicativa. Non ci siete ancora? Non è mai troppo tardi per iniziare, ma è opportuno che teniate conto di alcuni consigli in modo che i risultati ottenuti siano realmente i migliori in termini di ritorno d’immagine e, successivamente, di vendite. Nell’ultimo anno e mezzo, infatti, LinkedIn ha portato avanti molti cambiamenti per rendere i layout più attuali (sia del Profilo Utente, sia delle Pagine Aziendali) e snellire il funzionamento dell’intera piattaforma a favore di una maggiore interazione tra gli utenti.  Le modifiche più importanti non sono state sicuramente quelle estetiche (oggetto di critica perché lo renderebbero simile a Facebook), ma i cambiamenti, anche loro lontani dall’essere metabolizzati, che riguardano la gestione della reputazione da parte dell’utente. La costruzione di una buona pagina “personale” Per prima cosa, il vostro profilo deve diventare un contenitore dove siano presenti vari elementi che raccontino chi siete da diversi punti di vista, fattore che renderà possibile l’attrazione di pazienti o altri interlocutori (sia medici sia altro tipo di professionisti) che riconoscono in voi la soluzione che stavano cercando. LinkedIn è una valida e pratica alternativa a un sito web personale: •	garantendo visibilità in un’ottica lavorativa attraverso la valorizzazione delle proprie competenze; •	permettendo lo sviluppo di reti collaborative con professionisti dello stesso ramo; •	contribuendo alla diffusione online dell’informazione di qualità favorendo la condivisione di contenuti e notizie.  La recente introduzione di Pulse, spazio di personal blogging a disposizione di tutti gli iscritti (con l’unico handicap di doverlo acquisire utilizzando per un periodo il proprio profilo in lingua inglese) è un altro strumento che facilita la promozione di contenuti sempre più personalizzati senza dover necessariamente partire da materiale già scritto da altri.  Impostando la lingua inglese, nella sezione aggiornamenti comparirà un pulsante con una matitina che permetterà l’accesso a un pannello di controllo uguale identico a quello di un qualsiasi blog e a una finestra dove scrivere articoli e news. Una volta scritto e pubblicato il primo post potrete ripristinare la lingua italiana e non perderete la funzionalità.  In più, Pulse è anche dotato di un vero e proprio motore di ricerca interno che restituisce una vasta gamma di contenuti (tra quelli scritti e condivisi dai suoi oltre 300 milioni di utenti) in funzione delle parole chiave immesse. Ulteriore strumento di interazione con gli altri professionisti e I potenziali clienti che questo social media mette a disposizione (non è uno dei più nuovi ma è spesso sotto-utilizzato), sono i gruppi tematici. Il limite per le iscrizioni è fissato a cinquanta ma, nel caso sia destinato a non essere sufficiente, esistono anche dei forum per entrare in contatto con gli altri iscritti. Come qualsiasi altro canale, la condivisione di contenuti è il segreto per costruire e consolidare la propria credibilità nella propria rete. I gruppi sono i luoghi che LinkedIn ha predisposto a questo scopo, poiché rendono questo scambio più dinamico attraverso la possibilità di aprire una discussione che può coinvolgere qualsiasi utente della piattaforma a prescindere dalla sua appartenenza all’insieme dei contatti di chi l’ha lanciata (aspetto che diventa un forte incentivo alla crescita delle reti relazionali). Infine, abbiamo una notevole modifica subita dalla modalità di conferma delle competenze. Affiancatasi in modo sempre più marcato all’esistente strumento segnalazioni, ha visto l’introduzione di una dinamica di tipo push volta a incentivarne l’utilizzo. Unico elemento di scarsa immediatezza, è la difficoltà a fare un minimo di filtro da parte dell’utente che le riceve trattandosi, comunque, di un elemento importante della propria reputazione e non di una moneta di scambio.  Nel caso degli enti che operano in ambito salute come società scientifiche, ospedali, cliniche, associazioni di pazienti o studi associati, la motivazione per essere presenti su LinkedIn deve essere comunicare per un duplice scopo, scalare le pagine che presentano i risultati delle ricerche organiche ed essere scelti dal pubblico.  Ciò che conta di, quindi, più è rendersi conto di quanto la piattaforma sia congeniale per veicolare la propria immagine e le informazioni che si desidera raggiungano il pubblico come confermano i dati dell’indagine citata in apertura di post. Ora si tratta solo di inquadrare quali siano le principali accortezze da avere per presentarsi al meglio. La costruzione di una buona pagina “aziendale” Quando si parla di salute della persona, figurare più in alto possibile tra le soluzioni che i motori di ricerca propongono ai cittadini/pazienti quando cercano informazioni significa essere già stati considerati un valido riferimento da parte di chi ha precedentemente desiderato sapere di più circa determinate patologie, le strutture dove effettuare visite e/o terapie, incluse le qualifiche degli stessi clinici. Affinché il pubblico sia in grado di reperire in fretta le informazioni che gli servono nell’immediato, è buona regola inserire in modo chiaro e visibile quelle più essenziali: prodotti/servizi offerti, contatti e ubicazione. Nel momento in cui si riesce a far approdare sulla pagina un utente, la cosa che conta di più è fare in modo che la prima impressione sia positiva.

Il passo successivo è cercare di soddisfare richieste più specifiche come quelle riguardanti una prestazione particolare, un medico esperto in una data specialità o la presenza di una tecnologia diagnostica o di una terapia di ultima generazione e il gioco è fatto. Numerosi esempi positivi li ritroviamo tra le più famose istituzioni americane in ambito sanitario, ma anche in Italia abbiamo esempi come l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e l’Ospedale San Camillo di Venezia.

social-media-pharma4

Considerando, in conclusione, i singoli professionisti come le realtà più complesse del settore salute non sembrano ancora orientate ad aprire e presidiare un profilo su LinkedIn. Il risultato: pagine con poche informazioni o abbandonate che non servono a nulla garantendo un basso numero di connessioni/interazioni.

Una volta che avrete completato la vostra pagina su LinkedIn e comincerete a farla vivere, provate a ricercarne su Google il nome. Osservando quante volte (all’inizio poco frequentemente e poi sempre di più in funzione dell’impegno profuso), in relazione a quali argomenti e su quali siti esso sarà citato, immaginate che a condurre la stessa operazione possa essere un qualsiasi utente del web e tenete bene impresso nella vostra mente che quanto apparirà sul monitor ha un ruolo nel rappresentarvi e nell’influenzare la scelta di contattarvi.