Oggi il paziente è una persona molto responsabile e attenta all’informazione. La domanda che ci dobbiamo porre nel marketing farmaceutico è: dove e come si informa il paziente? Spesso confrontandosi con amici, conoscenti, colleghi di lavoro, persone che condividono il medesimo disturbo o la stessa malattia, ma il più delle volte recepisce le informazioni online, nei siti specializzati o leggendo le testimonianze di altri utenti nei forum e social network.

Le persone interagiscono sul web anche e soprattutto su argomenti inerenti alla propria salute. Le keywords di ricerca su malattie, disturbi e patologie sono tra le più gettonate nei motori di ricerca.

Ma è davvero cambiato il modo di “essere paziente”?

La risposta è sì, e la certezza la troviamo persino in un articolo che risale all’agosto del 2013, pubblicato sul Corriere, che evidenziava il passaggio dal termine “paziente” a “persona assistita”.

Questo cosa significa?

Che oggi emerge il bisogno di un nuovo rapporto fondato sullo scambio di opinioni, valori, sensibilità, in cui le marche si fanno responsabili, credibili, garanti e affidabili. Il paziente ha diretto a ricevere l’informazione nella maniera che più ritiene opportuna, anche cercando informazioni nel web rispetto alla diversità dei vari farmaci oltre alle cure possibili.

Negli ultimi anni, più o meno correttamente, la Rete è letteralmente popolata di utenti che grazie al web si “curano”, trovando informazioni e terapie specifiche per le proprie esigenze.
Per ogni patologia, si sono create delle vere e proprie community, dove gli utenti esprimono pareri, commenti, e si linkano a vicenda creando una rete che si allarga sempre più.
Guardando all’estero, soprattutto Stati Uniti e Canda, possiamo dire che il fenomeno dei “pazienti in Rete” è molto consolidato, con veri e propri social network di pazienti. Uno dei più famosi è PatientLikeMe che, nato come spazio per raccontare una storia personale, si è trasformato presto in un enorme contenitore di testimonianze di vita e salute.

L’autoaffermazione non è l’unica ragione della spinta a partecipare e condividere la propria sfera più delicata, quella della salute. Si sente anche il bisogno di diffondere competenze, difendere le altre persone da truffe, dare un servizio utile agli altri utenti e anche di partecipare al successo di un brand o un prodotto, facendone esperienza e favorendone il compimento al resto della community con cui l’individuo è in contatto e di cui si sente parte.

Per questa ragione la comunicazione di marca nel settore farmaceutico è chiamata ad una profonda trasformazione se vuole mantenere la sua efficacia.